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Scritto da Tom | 23 ottobre 2019
Andrea Giorgi è un artista italiano che ammira da sempre i più grandi scultori del mondo – Michelangelo, Bernini, Igore Mitoraj. Per promuovere le sue sculture, ha pensato che vendere online fosse l’unico modo per entrare nel mondo dell’arte. Ma per questo artista il digitale è stato ben più che un semplice mezzo per promuoversi – è diventato un modo di produrre arte e definire un suo stile unico. Nelle sue sculture digitali, Andrea esplora l’asprezza di ciò che significa essere umani. Lo abbiamo incontrato per sapere cosa significa essere un artista in un mondo digitale.
Andrea: Come molti artisti, l’ispirazione arriva sempre nei momenti più tristi o più felici della mia vita. Posso avere due o tre idee in pochi giorni e una sola idea in sei mesi. L’immagine è grezza e quasi istantanea nella mia mente, dopodiché sento il bisogno di trasformarla in una scultura vera e propria.
Questo processo non è semplice e può richiedere settimane, mesi o anni. Non è facile tradurre l’emozione che ho in mente in una scultura statica. Questo succede soprattutto quando cerco di trasmettere un’emozione difficile da rappresentare, come ad esempio la malinconia.
Inoltre, non è sempre tutto fattibile. Anche se le nuove tecnologie sono in costante miglioramento, i costi di produzione sono spesso ancora troppo elevati per la produzione di piccole serie. Io uso un mix di quattro, a volte cinque, diversi programmi 3D per computer, per poter trasformare un’idea in realtà. Mi interessa moltissimo la sperimentazione e sono sempre alla ricerca di nuove tecnologie di stampa 3D e materiali di produzione o di rifinitura.
La scultura Baby Angel
Andrea: Il mio stile è semplicemente contemporaneo e classico. A parole, sembrano due stili diversi e contrastanti, ma nella mia arte coesistono. Non credo esista nulla di più bello ed espressivo di un corpo umano nudo. Quando siamo nudi, siamo tutti uguali e vulnerabili. Guardando una persona nuda, possiamo catturare i suoi sentimenti e le sue emozioni.
Andrea: Oggi viviamo in un mondo in cui, purtroppo, l’apparenza è tutto. Nell’era del consumismo, noi siamo ciò che compriamo. Quando vediamo una persona, la “cataloghiamo” in base ai vestiti che indossa, all’auto che guida, alla casa in cui vive, al lavoro che fa. Ci nascondiamo dietro i beni materiali.
Io spoglio le mie sculture di tutti questi orpelli per tornare ad una dimensione arcaica. Evito anche di caratterizzare i volti con particolari espressioni facciali. I volti delle mie sculture non sono mai sorridenti o tristi, hanno sempre espressioni neutre. È la posa in sé che trasmette l’emozione che voglio rappresentare.
Ci sono lezioni importanti da imparare nelle opere di Giorgi
Andrea: Credo che, affinché un messaggio possa essere compreso da molte persone, debba essere semplice e immediato. I “tagli su tela” di Lucio Fontana hanno rivoluzionato e migliorato il mondo dell'arte ma, se non li spieghi alle persone, per loro rimangono semplicemente tele tagliate, un quadro senza senso come tanti altri.
Ci sono alcune persone che mi chiedono spiegazioni sul significato delle mie sculture. Di solito accade con sculture che ho creato in modo più complesso, perché quel tema può avere un significato diverso a seconda dell’esperienza di vita della persona stessa (ad esempio, la costruzione dell’amore). La gente mi dice che si riconosce nelle sculture perché ogni uomo senza vestiti e senza capelli può sembrare una mia scultura.
Ci sono due modi per trasmettere emozioni: il primo è quello di creare qualcosa di esteticamente piacevole ed equilibrato, il secondo è quello di ricordare alla persona qualcosa della sua vita. Questo è ciò che cerco di fare con la mia arte.
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