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Scritto da Beulah | 10 maggio 2019
Negli anni ‘60 una coppia di sorelle crearono un nuovo genere di fumetti: i fumetti neri. Questi “fumetti dark” erano storie crude e lascive del mondo criminale rappresentate con tecniche di disegno innovative e divennero incredibilmente popolari tra i lettori adulti. Infatti i fumetti neri ebbero così tanto successo che la stampa conservatrice italiana lanciò una campagna affinché fossero banditi.
La nascita dei fumetti neri
Diabolik era una serie cruda e realistica di fumetti in bianco e nero, creata dalle sorelle Angela e Luciana Giussani nel 1962. La leggenda vuole che Angela Giussani avesse fatto un’indagine informale tra i pendolari della stazione ferroviaria di Milano Cadorna e fosse giunta a due conclusioni: molti adulti preferivano leggere romanzi gialli e libri piccoli e maneggevoli. Gli editori di fumetti del periodo postbellico italiano tendevano a concentrarsi sui lettori più giovani, creando un vuoto nel mercato.
Ispirata ai romanzi d’amore gotici vittoriani, ai film horror italiani, alla pulp fiction e agli iconici film di Hollywood come “Il mistero del falco”, la serie Diabolik presentava ai lettori l’archetipo dell’antieroe. Il protagonista, chiamato appunto Diabolik, era un artista del furto e della truffa che, aiutato dalla sua sensuale amante Eva Kant, viveva tranquillamente le sue avventure nell’immaginaria città di Clerville attraverso estorsioni, saccheggi e persino omicidi.
Angela e Luciana Giussani
Non è chiaro quanto fossero effettivamente attive le sorelle Giussani nella concezione e distribuzione di Diabolik. Benché le sorelle Giussani abbiano fondato la propria casa editrice per pubblicare Diabolik e abbiano continuato a scrivere il fumetto fino agli anni ‘80, l’esperto di fumetti Luca Mencaroni ritiene che il ruolo del marito di Angela sia stato trascurato:
«Gino Sansoni [il marito] era un brillante uomo d’affari: alla fine degli anni ‘50 si specializzò in pubblicazioni per adulti... le sorelle Giussani crearono Diabolik, ma è chiaro che non avevano alcuna esperienza editoriale, mentre Sansoni all’epoca aveva già un ruolo consolidato. Certo, le sorelle Giussani sono diventate due brave dirigenti, molto attente alla cura degli autori che realizzavano i loro fumetti, ma tutti i loro primi artisti provengono dal team di Sansoni.»
La serie Diabolik alla fine superò gli 800 volumi e divenne la serie di fumetti europei più venduta di tutti i tempi, vendendo oltre 150 milioni di copie e dando vita al famigerato sottogenere: i fumetti neri.
La diffusione dei fumetti neri
I fumetti neri sfruttavano la passione per i gialli del pubblico italiano e la mancanza di fumetti che mirassero ad un pubblico adulto. Il piccolo formato e la tavolozza limitata della serie Diabolik resero la produzione in serie un’opzione semplice ed economica. Altri editori e creatori furono presto ispirati a seguire il successo della sorella Giussani. Così iniziarono a spuntare fumetti con personaggi con la lettera “k” nei loro nomi.
L’elenco d’onore degli artisti di fumetti neri comprende Roberto Raviola (nome d’arte Magnus), Milo Manara, Vittorio Corte, Eros Cara (nome d’arte Kara), Giancarlo Tenenti, Umberto Sammarini, Floriano Bozzi, Romano Mangiarano (nome d’arte Felmang) e Camillo Zuffi. Importanti copertine furono disegnate da Luigi Corteggi, Emilio Uberti, Franco Picchioni, Carlo Jacono e Alessandro Biffignandi.
«Magnus fu il creatore grafico di personaggi indimenticabili come Kriminal e Satanik», spiega Luca. «E influenzò artisti come Giovanni Romanini, Ilario Ranucci, Luigi Corteggi, Roberto Corbella, Paolo Morisi. Altri importanti Studios di Roma lavorarono per quei fumetti: nuovi artisti quali Romano Mangiarano, Angelo Todaro, Vittorio Corte, Franco Verola, Sergio Pascolini, Fausto Oneta.»
Con un gruppo così talentuoso di artisti ed un pubblico di lettori adulti – desiderosi di leggere il prossimo capitolo di Diabolik, Kriminal, Satanik e Sadik – non sorprende che i fumetti neri siano diventati così popolari. «Per la prima volta, le pubblicazioni erano riservate ad un pubblico adulto e non agli adolescenti. I contenuti erano considerati non convenzionali, bensì proibiti, e quindi stuzzicavano il desiderio dei lettori.»
Edizioni di Diabolik
La campagna per censurare i fumetti neri
Ciò che potrebbe sorprendere i lettori contemporanei è che la stampa italiana conservatrice si indignò ben presto per gli argomenti scottanti ed avviò un tentativo di boicottaggio. Luca ci racconta di più: «Sesso e morale erano molto diversi da quelli di oggi: i fumetti neri erano accusati di diffondere la violenza, ma in realtà semplicemente esponevano gli eventi cittadini». Naturalmente le richieste di censura si ritorsero contro la stampa conservatrice, amplificando l’interesse del pubblico.
«L’impatto delle proteste [e delle richieste di censura] fu quello di incuriosire e stimolare ancora di più i lettori. Purtroppo, alcuni editori furono perseguitati ed alcuni di loro abbandonarono questo tipo di pubblicazioni.» Altre pubblicazioni abbracciano la famigerata reputazione dei fumetti neri e iniziano a produrre i “vietati ai minori”. Questi fumetti erano sempre più a sfondo sessuale. «Il fumetto nero divenne il fumetto erotico nei primi anni ‘70. La naturale continuazione era di mostrare ancor di più ciò che era proibito. E questo portò ad un successo internazionale.»
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