Di Sarah Orford - Esperto di arte asiatica e Buddismo
Tutti noi riconosciamo una scultura di Buddha quando ne vediamo una e alla maggior parte di noi sarà capitato di vedere una ruota della preghiera o una campana tibetana di tanto in tanto: ma a cosa servono e cosa simboleggiano? Il nostro esperto ci spiega la funzione e il simbolismo di cinque manufatti buddisti.
1. Scultura di Buddha
La statua di Buddha, spesso raffigurato seduto, è probabilmente uno dei manufatti buddisti più conosciuti e più comunemente usati nel mondo occidentale. Quando le mani di Buddha sono poggiate sulle ginocchia, la posa è chiamata Dhyana Mudra: "l’atto della meditazione". Altre pose di Buddha sono la Varada Mudra, che significa “compassione” e “generosità”, con le dita della mano destra rivolte verso il basso, e il Dharmachackra Mudra, che simboleggia la ruota dell'insegnamento del Dharma (Buddhismo), con il pollice e l'indice di entrambe le mani che si toccano per formare un cerchio. Il Mahaparinirvana Sana è un Buddha disteso, che simboleggia i suoi ultimi momenti di malattia prima che raggiungesse l’illuminazione (Nirvana). Indica il completo distacco dai desideri.
2. La ruota della preghiera
Ci sono molti tipi e forme di ruote della preghiera nel Buddismo: dalle piccole Mani Tibetane si può arrivare a ruote alte otto piedi, alle grandi rastrelliere di ruote come quelle trovate al "Tempio delle scimmie" (Swayambhunath) a Kathmandu. Le ruote della preghiera contengono rotoli di carta sottile oppure mantra come "Om Mani Padme Hum" scritti sulla parte esterna della ruota. Facendo girare continuamente la ruota della preghiera invii la tua preghiera nell'universo.
3. Ghanta e Vajra
Il Ghanta è una campana. La sua cavità rappresenta la saggezza ed il vuoto, mentre il suono che produce richiama la voce del Buddha. La campana è per lo più accompagnata dal Vajra, un fulmine rituale conosciuto anche come Dorje, che simboleggia la compassione e la distruzione dell’inconsapevolezza. Inoltre, il Ghanta rappresenta la mascolinità e si tiene nella mano sinistra, mentre il Vajra sta per l'identità femminile e si tiene in quella destra. Suonare la campana può essere una richiesta di protezione; può rappresentare il suono del Buddha in meditazione; può essere utilizzata per la visualizzazione mentre si sta cantando e molto altro ancora.
4. I rosari
Nel Buddismo, mantra come "Om Mani Padme Hum" sono ripetuti centinaia, migliaia di volte al giorno. Per tenere il conto, i buddisti utilizzano rosario malas. Il rosario non aiuta solo a memorizzare il numero di mantra cantati o recitati in silenzio, ma il conteggio ritmico dei grani contribuisce alla concentrazione e a calmare la mente. Sulle nostre aste di Buddismo, puoi trovare molti bei rosari da varie parti del mondo. Il tipo più comune di Mala tibetano è una stringa di 108 grani: progettato per cento Mantra più otto, in caso di errore di calcolo.
A sinistra: Mala - A destra: Rosario
5. Campane tibetane
Si dice che le campane tibetane risalgano a 2500 anni fa, all'epoca dello storico Buddha Shakyamuni (560-480 a.C.). Oggi sono utilizzate per la meditazione, l’assistenza sanitaria e tradizioni religiose. Il suono della campana tibetana schiarisce la mente ed è per questo che viene utilizzata come ausilio nella meditazione per richiamare un profondo stato di rilassamento. Nel Buddismo sono utilizzati fino a 12 diversi tipi di metalli insieme al rame, che è il materiale primario grazie al suo suono puro. Diverse campane tibetane producono toni diversi, stimolando diversi chakra.
Sia che tu voglia una campana tibetana per approfondire la tua meditazione, sia che desideri aggiungere dei rosari alla tua collezione, dai un'occhiata alle nostre aste di buddismo (Pre o Post-1950), dove sarai abbagliato dalla varietà della nostra selezione settimanale.