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Guido Mirimao - Paesaggio
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227 settimane fa

Guido Mirimao - Paesaggio

Mirimao Guido (1909-1990) Dimostrò sin da giovanissimo una naturale predisposizione per l’arte, tanto che tra il 1918 e il 1925 realizzò alcuni ritratti di amici e parenti. . Doudelet, esponente di spicco del simbolismo belga, dopo aver visto i disegni del giovane decise di accettarlo come allievo offrendogli la possibilità di accompagnarlo durante il viaggio di ritorno in patria. Al seguito del maestro visitò la Svizzera e la Francia, venendo a conoscere direttamente movimenti e protagonisti dell’arte europea sia antica sia contemporanea; quindi arrivò a Parigi, dove rimase circa sei mesi durante i quali frequentò i corsi dell’Académie Julian. In seguito si recò in Olanda e infine in Belgio, a Gand, città nella quale rimase fino al 1927. L’avvio dell’attività espositiva si fa ufficialmente risalire al 1931 con la partecipazione alla II Mostra sindacale d’arte di Perugia. Tra il 1925 e il 1930 realizzò una serie di disegni a matita, carboncino, pastello o sanguigna. I primi quadri a olio risalgono al 1930: ritratti molto fisionomici, nei quali prevale l’uso espressionista del colore per definire le immagini. Nel 1939 la sua maniera subì una svolta radicale, tanto che per un intero decennio, fino al 1949, egli dipinse quasi esclusivamente opere non figurative, alternando esempi di astrazione geometrica piuttosto rigorosa e astrazione lirica svincolata da schemi e regole prefissate. Questa fase risulta scarsamente documentabile in quanto la maggior parte dei dipinti è andata dispersa. L’attività espositiva, interrotta nell’intero corso degli anni Quaranta, ricominciò nel 1951, quando il M. prese parte alla Mostra permanente di arti figurative all’aeroporto di Ciampino. L’anno successivo allestì la prima personale presso la galleria 11 Quai Voltaire di Parigi. Sempre nella capitale francese, tra il 1952 e il 1955, fu regolarmente invitato al Salon de l’art libre. Negli anni Sessanta avviò un nuovo ciclo tematico, ancora inerente al paesaggio, proponendo una descrizione sempre più evocativa e mai didascalica di situazioni ambientali estreme o di imponderabili fenomeni naturali nei quali gli episodi figurativi sono interpretati in chiave cromatica mediante l’alternanza di coaguli, ampie stesure o improvvise e violente accensioni di differenti cromie. L'opera che propongo risale agli anni 60/80 e porta con sé i segni del tempo. Assieme al dipinto viene inviato il certificato di garanzia a firma della galleria Ghelfi di Montecatini Terme. L'oggetto in questione fa parte della mia collezione privata e si intende come vendita da privato.

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Mirimao Guido (1909-1990)
Dimostrò sin da giovanissimo una naturale predisposizione per l’arte, tanto che tra il 1918 e il 1925 realizzò alcuni ritratti di amici e parenti. . Doudelet, esponente di spicco del simbolismo belga, dopo aver visto i disegni del giovane decise di accettarlo come allievo offrendogli la possibilità di accompagnarlo durante il viaggio di ritorno in patria. Al seguito del maestro visitò la Svizzera e la Francia, venendo a conoscere direttamente movimenti e protagonisti dell’arte europea sia antica sia contemporanea; quindi arrivò a Parigi, dove rimase circa sei mesi durante i quali frequentò i corsi dell’Académie Julian. In seguito si recò in Olanda e infine in Belgio, a Gand, città nella quale rimase fino al 1927.
L’avvio dell’attività espositiva si fa ufficialmente risalire al 1931 con la partecipazione alla II Mostra sindacale d’arte di Perugia.
Tra il 1925 e il 1930 realizzò una serie di disegni a matita, carboncino, pastello o sanguigna. I primi quadri a olio risalgono al 1930: ritratti molto fisionomici, nei quali prevale l’uso espressionista del colore per definire le immagini.
Nel 1939 la sua maniera subì una svolta radicale, tanto che per un intero decennio, fino al 1949, egli dipinse quasi esclusivamente opere non figurative, alternando esempi di astrazione geometrica piuttosto rigorosa e astrazione lirica svincolata da schemi e regole prefissate. Questa fase risulta scarsamente documentabile in quanto la maggior parte dei dipinti è andata dispersa.

L’attività espositiva, interrotta nell’intero corso degli anni Quaranta, ricominciò nel 1951, quando il M. prese parte alla Mostra permanente di arti figurative all’aeroporto di Ciampino. L’anno successivo allestì la prima personale presso la galleria 11 Quai Voltaire di Parigi. Sempre nella capitale francese, tra il 1952 e il 1955, fu regolarmente invitato al Salon de l’art libre.

Negli anni Sessanta avviò un nuovo ciclo tematico, ancora inerente al paesaggio, proponendo una descrizione sempre più evocativa e mai didascalica di situazioni ambientali estreme o di imponderabili fenomeni naturali nei quali gli episodi figurativi sono interpretati in chiave cromatica mediante l’alternanza di coaguli, ampie stesure o improvvise e violente accensioni di differenti cromie.
L'opera che propongo risale agli anni 60/80 e porta con sé i segni del tempo.
Assieme al dipinto viene inviato il certificato di garanzia a firma della galleria Ghelfi di Montecatini Terme.
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